
Web Summit 2016 e la doppia faccia della stessa medaglia: l’Intelligenza Artificiale
Si è conclusa da poco l’ottava edizione del più grande evento digitale europeo dell’anno ‘Web Summit’, che si è tenuto dal 7 al 10 novembre a Lisbona e sarà suo ospite per almeno i prossimi tre anni.
Macchine che si guidano da sole, applicazioni che traslano le persone in universi paralleli, il primo visore Vive wireless, Facebook che porrà i PC nel suo Oculus. Queste sono solo alcune delle tematiche affrontate, ma la vera protagonista indiscussa è stata l’Intelligenza Artificiale; o meglio, la faccia ‘negativa’ della sua medaglia, quella che preoccupa e che è stata oscurata in questi anni da quella ‘positiva’ dell’innovazione tecnologica.
Infatti, per la prima volta il Web Summit si apre con una domanda allarmante a cui nessuno sa dare una risposta: Cosa succederà quando l’intelligenza artificiale distruggerà milioni di posti di lavoro?
Negli ultimi anni ciò che ha premuto maggiormente il mondo digitale, dalle imprese del consumo ai social network, è stato studiare come automatizzare i propri sistemi: ciò si traduce nell’implementazione dei cosiddetti ‘bot’, algoritmi in grado di percepire, pensare e dialogare come umani e con gli umani, e dei ‘deep learning’, cervelli digitali capaci di comprendere sempre più a fondo testi e immagini.
Lo scopo è automatizzare una serie di servizi oggi affidati agli umani, come l’assistenza clienti o la guida dei veicoli, ma le aziende che stanno investendo sull’IA appartengono ai settori più disparati, dalla medicina alla finanza. Per quanto riguarda i social, la finalità è organizzare in maniera sempre più efficace la montagna di dati che vi circolano, e proporre a utenti e pubblicitari quelle più rilevanti grazie a un riconoscimento sempre più peculiare dell’informazione: se ad oggi di una foto postata dagli utenti l’algoritmo riconoscere il numero di persone, domani potrà anche interpretarne i gesti e capire cosa sta succedendo.
“Finora quello che è successo è che il cambiamento tecnologico è guidato dalla tecnologia e a seguire interveniva la politica, sempre in ritardo. Quello di cui abbiamo bisogno è che la politica assuma la leadership di questo cambiamento epocale. E garantire il futuro dei cittadini e dei lavoratori.” Queste le parole di José Manuel Barroso, attuale presidente di Goldman Sachs International.
Anche Roberto Azevêdo, presidente dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio), ribadisce come i politici dei paesi europei devono intervenire con investimenti specifici per il futuro dei cittadini, e che solo la politica può arginare un fenomeno che impatterà la vita della maggior parte della popolazione.
Ma la verità è che il 93% dei governi mondiali sono impreparati a gestire questo cambiamento poiché non riescono a stare dietro a un settore che avanza a ritmi quasi indomabili.
Oltre a discutere le future problematiche, durante il Web Summit sono state svelate le future innovazioni tecnologiche che vedremo materializzarsi negli anni seguenti. Le prossime sfide? La guida automatica, la realtà virtuale e aumentata.